ANNO I N°4 Ottobre 1998
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(a cura di Ennio Ongini) |
In Breve |
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(a cura di Achille Caputi) |
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Cari Soci,
questa lettera vi raggiungerà nel pieno della ripresa dell'attività autunnale e spero che serbiate un piacevole ricordo delle trascorse vacanze. Molti di voi saranno impegnati nei numerosi congressi di inizio autunno, sempre più difficili da frequentare, soprattutto per i più giovani, a causa dei fondi limitati.
Due sono stati gli avvenimenti societari di maggior rilievo: il 30 Giugno si è tenuta l'assemblea straordinaria della SIF, imposta dalla necessità di adeguarne statuto e regolamento alle nuove norme introdotte dalla legge Bassanini. Devo ringraziare i numerosi Soci che, spedendo il loro voto per posta, hanno permesso di raggiungere il quorum previsto, dimostrando così di interessarsi alle sorti della Società e, ancora di più, devo ringraziare i Soci che, personalmente, hanno preso parte all'Assemblea, votato per il comitato di nomina, ascoltato la mia breve relazione sull'attività degli ultimi tre mesi e partecipato alla discussione, superando le aspettative.
Il secondo avvenimento è stato il XIII International Congress
of Pharmacology, organizzato dalla Società Tedesca di Farmacologia,
per conto dello IUPHAR (International Union of Pharmacology), a Monaco
di Baviera dal 26 al 31 luglio u.s.. L'Assemblea Generale ha riunito tutte
le Società di Farmacologia associate allo IUPHAR, occasione che
si ripete ogni 4 anni: in questa occasione, la SIF è stata rappresentata
da me, dal Consigliere Dr. Ennio Ongini e, avendo diritto a tre rappresentanti,
dal Prof. Francesco Clementi. Al Congresso i partecipanti sono stati circa
3000, numero inferiore alle previsioni e solo una sessantina dall'Italia.
Diverse sono le ragioni di questa scarsa presenza Italiana: la prima è
certamente la scarsità di fondi; spesi soprattutto per partecipare
a congressi più specializzati, quindi più utili per la propria
ricerca e per i rapporti interpersonali rispetto ai grandi congressi che
coprono tutti gli aspetti della farmacologia, come quello di Monaco.
Nei due mesi scorsi vi sono stati, ad esempio, anche il congresso del
CINP a Glasgow, quello della European Neuroscience Association a Berlino,
quello sull'Alzheimer a Amsterdam, di interesse per molti Soci. Rimane
dibattuta l'utilità dei congressi non specialistici, che permettono
di formarsi un'idea, sia pure superficiale, dello sviluppo della propria
disciplina in tutti i campi. Si dibatte analogamente sul tipo di preparazione
da dare ai Ph.D. in farmacologia, ai nostri dottori di ricerca: strettamente
specialistica e imperniata soprattutto sulla tesi sperimentale, come si
fa nella maggior parte dei nostri Dipartimenti, o di respiro più
ampio, in modo da preparare ricercatori ma anche potenziali docenti e,
comunque, specialisti con una cultura più articolata, oggi ritenuta
più adatta alle richieste del mercato del lavoro (vedi in proposito
TIPS, Luglio 1998).
Il XIV congresso internazionale di farmacologia si terrà a San Francisco nel 2002 e per quello successivo del 2006 e' stata accettata la candidatura di Pechino.
Devo constatare, infine, che i farmaci rimangono fra gli argomenti di maggior interesse per il grande pubblico. Si sta appena attenuando il clamore attorno alla "terapia Di Bella" che esplode il caso, non nuovo del resto, del doping nello sport. Cordiali saluti.
Giancarlo Pepeu
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Ne parliamo con la Prof.ssa Simonetta Nicosia e il Dott. GianEnrico
Rovati del laboratorio di Farmacologia Molecolare, Istituto di Scienze
Farmacologiche, Facoltà di Farmacia, Università di Milano.
Potete esporre brevemente il contenuto del vostro lavoro?
In questo lavoro abbiamo cercato di approfondire i meccanismi d'azione,
a livello molecolare, dei leucotrieni contenenti cisteina, (Cys-LT, LTC4,
LTD4 e LTE4), in un tessuto umano di particolare importanza per la patologia
asmatica, quale il parenchima polmonare. Utilizzando sia un approccio di
farmacologia molecolare classica, come è tradizione nel laboratorio
Nicosia, sia un approccio di tipo teorico per il disegno e l'analisi dei
dati sperimentali, che è la specialità di GianEnrico Rovati,
siamo arrivati a definire il modello di interazione di questi mediatori
lipidici dell'infiammazione con i loro recettori. Dietro le "quinte" di
questo lavoro ci sono diversi anni di entusiasmi ma anche di delusioni,
di certezze ma anche di dubbi, di esperimenti ripetuti e ripetuti ancora
per essere assolutamente convinti prima di scrivere: "Contrary to the
common believe ...".
Che novità introduce in questo settore della ricerca?
Per la prima volta abbiamo messo in evidenza, nel parenchima polmonare
umano, l'esistenza di un sito di legame ad alta affinità specifico
per LTC4, diverso da quello per LTD4 e non accoppiato a proteine G. Questo
sito potrebbe rappresentare un nuovo recettore coinvolto nei processi allergici
e infiammatori, non soltanto dell'asma, ma anche di altre patologie e,
pertanto, potrebbe avere un ruolo distinto o complementare ai due recettori
per LTD4, presenti nell'uomo e associati a fenomeni di contrazione della
muscolatura liscia bronchiale e non. In effetti, questo è un concetto
piuttosto innovativo e molti dei nostri colleghi "leucotrienologhi" stentano
ancora ad accettarlo: anche negli ultimi congressi le nostre comunicazioni
sono state fonte di animate discussioni.
Accanto all'aspetto di pura ricerca, ritenete che ci siano anche
risvolti applicativi?
L'asma è una patologia cronica di tipo infiammatorio la cui
prevalenza e incidenza sono in continuo aumento in tutti i Paesi occidentali
ed è causa di un terzo delle emergenze pediatriche negli Stati Uniti.
Recentemente, sono stati approvati negli Stati Uniti ed in altri paesi
(ma non ancora in Italia) alcuni farmaci innovativi quali antagonisti recettoriali
di LTD4 e inibitori della sintesi dei Cys-LT, volti al controllo sia della
broncocostrizione, sia della componente infiammatoria. Tuttavia, gli antagonisti
recettoriali sviluppati sinora non sono in grado di prevenire completamente
l'effetto di alte dosi di LTD4 o LTC4, limitando l'effetto terapeutico
di questa classe di farmaci e facendo pensare che il modello teorico utilizzato
per il loro sviluppo non sia del tutto adeguato. La scoperta di un sito
di legame specifico per LTC4 con affinità comparabile a quella di
LTD4, ma nello stesso tempo diverso da questo, rappresenta certamente un
passo importante nello sviluppo di nuovi antagonisti recettoriali dei Cys-LT
da impiegare nella patologia asmatica. Il farmaco ideale, infatti, dovrebbe
essere in grado di riconoscere entrambi i recettori, poichè questo
è presumibilmente necessario per ottenere una piena efficacia terapeutica
antagonizzando l'intero spettro di azione di entrambi i Cys-LT. D'altra
parte, finora sono stati sviluppati antagonisti recettoriali diretti quasi
esclusivamente contro il recettore di LTD4 presente nella cavia che, con
tutta probabilità, è diverso da quello umano.
Il vostro gruppo di lavoro è eterogeneo: quali sono i compiti
e le interazioni?
La ricerca moderna è sicuramente un lavoro di equipe in cui
ognuno porta come contributo le proprie conoscenze che si integrano e sinergizzano
con quelle degli altri componenti del gruppo di ricerca. Nel nostro caso,
specifiche conoscenze di farmacologia polmonare, dei mediatori lipidici
dell'infiammazione, di farmacologia molecolare e di modellistica teorica
dei recettori si sono integrate per arrivare alla definizione di un modello
biologico complesso, ma il più semplice possibile per spiegare l'interazione
dei Cys-LT con i loro recettori.
Ci sono altri gruppi di lavoro che seguono questo argomento?
In Italia non ci risulta che altri gruppi siano impegnati a fondo su
questo argomento e, nel resto del mondo, pochi se ne occupano costantemente;
buona parte di essi si occupa dello sviluppo di antagonisti dei recettori
per i Cys-LT nell'ambito di programmi di ricerca di aziende farmaceutiche.
Negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti rapidi e significativi
della ricerca farmaceutica.
Com'è cambiata Menarini Ricerche?
La fotografia attuale è il frutto di una attenta valutazione
sia quantitativa sia qualitativa attuata dalla Società, soprattutto
negli ultimi dieci anni. La crescita del Campus di Pomezia e la riorganizzazione
degli altri centri, inclusi quelli all'estero, ha richiesto uno sforzo
di razionalizzazione delle risorse e coordinamento dei progetti. In particolare,
negli ultimi anni, si è migliorata l'attività per project
teams e si e' introdotto un sistema sofisticato di pianificazione e controllo
di gestione. Inoltre, si è cercato di integrare, con competenze
in campo biotecnologico, i progetti di ricerca, aumentandone così
le probabilità di successo. Un esempio per tutti è la realizzazione
di recettori mutati site-directed mutagenesis per lo studio delle
interazioni farmaco-recettore. Nello stesso tempo si è reso operativo
il nostro Centro di Biotecnologia anche per lo sviluppo di processi e la
produzione di proteine clinical grade. Questo ci consente di essere annoverati,
oggi, tra i pochissimi centri europei in grado di poter spaziare dalla
discovery alla produzione, realizzabile, quest'ultima, sia con cellule
di mammifero, geneticamente modificate, sia con batteri.
Le vostre linee principali di ricerca?
Noi consideriamo un errore storico delle piccole-medie aziende farmaceutiche
quello di avere disperso gli sforzi su un numero elevato di aree terapeutiche.
Per questa ragione, dopo una revisione critica di tutti i progetti in corso,
abbiamo concentrato le nostre risorse di discovery su due aree principali:
l'oncologia e quella da noi definita dolore-infiammazione-asma, che comprende
antagonisti recettoriali delle tachichinine, delle bradichinine e dei leucotrieni.
Per quanto riguarda le attivita' di sviluppo, siamo attivi anche nell'aree
del cardiovascolare e dei farmaci antivirali.
Si affacciano già dei prodotti, frutto della vostra ricerca?
Sì, a fianco dei prodotti storici della Menarini, registrati
in un gran numero di Paesi esteri, come Fastum gel, l'otilonio bromuro
e la rociverina, stiamo registrando i primi farmaci, risultato degli ultimi
dieci anni di ricerca.
Il dexketoprofene trometamolo è un potente analgesico ad azione
rapida, che abbiamo registrato alla fine del 1997 via Procedura di Mutuo
Riconoscimento in tutti i 15 Paesi dell'Unione Europea. Il prodotto viene
ottenuto attraverso un procedimento di tipo biotecnologico che sfrutta
un enzima identificato in un fungo ed attualmente prodotto da un ceppo
geneticamente modificato di E. coli.
Il secondo prodotto più avanzato è un inibitore dell'ACE,
lo zofenopril, farmaco antiipertensivo che si è dimostrato particolarmente
efficace nella riduzione della mortalità dopo trattamento precoce
nel paziente infartuato. Il composto è attualmente in fase di registrazione
in Gran Bretagna, da dove partirà il Mutuo Riconoscimento per tutti
gli altri Paesi Europei.
Infine è stato presentato in questi giorni in Germania il dossier
del nostro antivirale, brivudin, il più potente inibitore dell'herpes
Zoster finora descritto e primo farmaco di questa classe somministrabile
una sola volta al giorno. Ancora in fase di sviluppo ma già entrati
in fase I di sperimentazione clinica si trovano l'amediplase, trombolitico
ibrido prodotto da cellule di mammifero geneticamente modificate, il MEN
10755, antraciclina di terza generazione con potenziale spettro d'azione
allargato ed infine il nepadutant, antagonista selettivo del recettore
NK2.
E' noto che alcuni ricercatori di Menarini hanno un numero di pubblicazioni
ed un impact factor tra i più alti della farmacologia italiana:
ci sono ricadute da queste ricerche così innovative?
Come accennavo prima, abbiamo già un antagonista recettoriale
NK2 in sviluppo clinico, che si può considerare il primo frutto
delle ricerche di avanguardia nel campo dei neuropeptidi portate avanti
negli ultimi quindici anni dal gruppo di ricerca di Menarini Firenze. Le
applicazioni terapeutiche di questo tipo di farmaci potranno essere sia
nel campo respiratorio (asma) che in quello gastroenterico (colon irritabile).
Abbiamo poi un antagonista del recettore NK1, attualmente in sviluppo preclinico,
mentre, nel campo degli antagonisti delle bradichinine, il progetto più
recente da noi iniziato in quest'area, è stato identificato un lead
molto promettente.
In generale, qual è la filosofia di Menarini Ricerche?
Credo che, tra gli elementi che possiamo considerare come linee-guida
nel nostro lavoro, si possono citare senz'altro: a) l'integrazione tra
le diverse culture e i diversi know-how utilizzabili oggi, ad esempio
farmacologia classica, ingegneria genetica, chimica combinatoriale e drug
design, nel tentativo di abbattere le barriere culturali esistenti
a volte tra gli specialisti di settore e b) la spersonalizzazione dei progetti,
che devono avere all'interno dell'azienda uno o piu' sostenitori ma non
devono identificarsi mai con le sorti di un particolare ricercatore, pena
la perdita di obiettività di giudizio.
Avete interazioni frequenti con Università e/o piccole biotech
companies?
Direi che gli accordi con gruppi accademici costituiscono, insieme
ai due fattori citati prima, il terzo elemento che ci caratterizza. Attualmente
abbiamo attivi, escludendo gli studi clinici, circa 50 contratti con altrettante
istituzioni italiane e straniere. Alcune di queste collaborazioni, come
ad esempio quella con l'Istituto dei Tumori di Milano e quella con il gruppo
del Prof. Regoli di Ferrara, sono di lunga data ed hanno avuto un ruolo
fondamentale nel conseguimento di quei risultati prima citati e nell'identificazione
di alcuni dei nostri prodotti in sviluppo.
Un commento sulle prospettive future
Il futuro è legato alla nostra capacità di mantenerci
al passo con l'innovazione scientifica e tecnologica nelle aree di nostro
interesse. Per dare un esempio concreto, la realizzazione recente nel nostro
Centro di Pomezia di un laboratorio di High Throughput Screening
è stato sicuramente un passo obbligato per rimanere competitivi
e per potere ridurre il tempo necessario per la selezione del "lead"
nei progetti specifici. Questa fase della discovery costituisce infatti
uno dei campi ancora possibili di intervento per potere ridurre il numero
totale di anni necessario per ottenere un farmaco. A fianco dell'innovazione
scientifico-tecnologica resta comunque primario l'elemento umano, il solo
che possa dare alla ricerca italiana, come già successo in passato,
quell'originalità che può consentire di essere vincenti anche
nei confronti di competitori quantitativamente molto più attrezzati
di noi.
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Costituzione del Comitato della Sezione di Farmacologia Clinica della SIF.Nei giorni 29-31 maggio 1998 si è tenuto, a Maratea, il I° Incontro Nazionale della Sezione di Farmacologia Clinica della SIF, che si proponeva di riunire, in un'unica sede, cultori della Farmacologia Clinica, anche non iscritti alla SIF, per cercare di porre alcune premesse per lo sviluppo di questa specializzazione.
Coordinatore : Achille Caputi.
Consiglieri: Domenico Criscuolo, Mario Eandi, Nicola Montanaro, Alessandro Mugelli, Carlo Patrono.
Segretario : Luigi Alberto Pini.
L'incontro, presieduto dal Coordinatore della Sezione, Prof. Achille
Caputi, ha visto la presenza di oltre 140 iscritti, con la presentazione
di 52 lavori, tra comunicazioni orali e poster, riguardanti i vari aspetti
della Farmacologia Clinica: nuovi sviluppi clinici dei farmaci, Farmacocinetica,
Farmacogenetica, Monitoraggio terapeutico dei farmaci, Farmacovigilanza,
Farmacoutilizzazione.
Rivolta a docenti e a discenti delle Scuole di Specializzazione in
Farmacologia Clinica è stata la Tavola Rotonda intitolata: Il
Farmacologo Clinico nell'industria e nel Servizio Sanitario Nazionale:
quale ruolo?, introdotta dalle relazioni dei Proff. Eandi e Del Tacca
e seguita da interventi preordinati dei Proff. Recchia, Piatti, Chiesara,
Galanti, Sternieri e Furlanut. Il dibattito che ne è scaturito è
stato estremamente vivace ed ha mostrato quale sia la necessità
che tale ruolo venga chiaramente compreso anche dai non addetti ai lavori.
Infatti, mentre l'industria farmaceutica utilizza e ricerca queste figure
professionali, il SSN non ne ha ancora percezione precisa; eppure, tale
figura è prevista dal piano sanitario nazionale, che si è
così posto in linea con quanto gia' adottato, da decenni, in altri
Paesi europei. I Direttori e Docenti delle Scuole di Specializzazione presenti
hanno poi esposto le problematiche legate alle molteplici e differenti
necessità ed è emersa la proposta di creare una rete di Scuole
che possano scambiare i docenti e gli allievi, in modo da fornire a tutti
gli specializzandi le massime opportunità di apprendimento. Inoltre,
è stata formalizzata dal Prof. Pepeu, che ha introdotto l'incontro,
una Commissione che si interesserà di tracciare linee di comportamento
per il farmacologo operante nel Comitato Etico. Faranno parte di questa
commissione, i Proff. Caprino, Criscuolo, Eandi, Patrono e Sirtori.
L'Evidence-based medicine e gli aspetti didattici e metodologici
da esso proposti sono stati argomento di un'altra Tavola Rotonda. Il Prof.
Balestrieri, presidente della Conferenza Nazionale dei Presidi della Facoltà
di Medicina, ne è stato il moderatore insieme al Prof. Mugelli,
mentre i Proff. Gensini, Carbonin, Galanti e Patrono hanno partecipato
in veste di relatori.
Infine, estremamente stimolante ed approfondita è stata la lettura
magistrale introduttiva del Prof. Federspil su: Il caso Di Bella: un'occasione
per una riflessione epistemologica.
Luigi Alberto Pini
Edoardo Spina
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E' stato da poco emanato il Programma Nazionale di Ricerca e Formazione
riguardante Tecnologie in Oncologia. Il finanziamento, previsto e' per
un totale di 80 miliardi, di cui il 10% destinato ad attività di
formazione. Il termine di presentazione delle offerte è il 22 Ottobre
1998.
Sono previste 4 aree di Ricerca (Prevenzione, Diagnostica biomolecolare,
Diagnostica strumentale per immagini, Terapia). Su queste aree sono poi
articolati 16 temi di ricerca. Ulteriori informazioni sono disponibili
presso Tecnofarmaci.
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1999
- 15-17 Marzo, Nantes : Joint
Meeting of the Italian and French Pharmacological Societies.
I soci che desiderano partecipare sono pregati di informare la segreteria
SIF.
La scadenza per la presentazione degli abstract è il 10 dicembre
1998.
- 20-23 Giugno, Firenze: XXIX Congresso Nazionale della SIF.
Per informazioni: Prof. G. Pepeu, Dip. Farmacologia Preclinica e Clinica,
Università di Firenze - Viale Pieraccini, 6 - 50139 Firenze
Tel.: 055-4271274 - Fax: 055-4271280
E-mail : pepeu@server1.pharm.unifi.it
- 3-7-Luglio, Budapest: EPHAR, 2nd European Congress of Pharmacology.
Per informazioni: Montesz Congress Bureau
Tel.: 36-1-312-3807 - Fax: 36-1-183-7918
E-mail: ephar99@koki.hu
2000
SIF - Società Italiana
di Farmacologia
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Giancarlo Pepeu
Consiglieri: Giorgio Cantelli, Anna De Pasquale, Francesco Di
Carlo, Ennio Ongini, Francesco Rossi, Cesare Sirtori, Giulio Soldani
Segretario: Vincenzo Cuomo
Past President: Paolo Preziosi
Sede del Segretario: Dip. Farmacologia e Fisiologia Umana, Sezione
di Farmacologia
P.le Giulio Cesare-Policlinico - 70124 BARI
Tel: (080) 5478448/39 - Fax: (080) 5478444
E-mail: cuomo@cimedoc.uniba.it
Segreteria Organizzativa: c/o SIF
Via Giorgio Jan 18 - 20129 MILANO
Tel: (02) 29520311/29513303 - Fax: (02) 29520179
E-mail: sifcese@imiucca.csi.unimi.it
Comitato di redazione: Vincenzo Cuomo, Andrea Mattavelli, Ennio
Ongini, Giancarlo Pepeu
Direttore responsabile: Ennio Ongini