Lettera della SIF
ANNO I N.5 Dicembre 1998
Periodico della Societa' Italiana di Farmacologia
- fondata nel 1939
Riconosciuta con D.M. del MURST del 02/01/1996
Iscritta Tribunale di Milano N. 1489 Vol. 62 pag. 459
C.F.: 97053420150 - P.I.: 11453180157
SOMMARIO
Cari Soci,
dal 24 al 27 Settembre si è tenuto alla Certosa di Pontignano,
alle porte di Siena, il II° Seminario per i Dottorandi in Farmacologia
e Scienze Affini.
Hanno partecipato alla riunione 59 dottorandi, dei quali 19 dell'ultimo
anno, e inoltre 15 laureati o laureandi che sperano di essere ammessi al
prossimo ciclo. Purtroppo i docenti presenti erano solo 25. Come nel I°
Seminario, i dottorandi dell'ultimo anno hanno presentato la loro tesi
sotto forma di comunicazione orale, gli altri sotto forma di poster. In
generale, il livello delle presentazioni sia orali che poster è
stato buono, ben poche potevano essere considerate insufficienti, mentre
alcune sono state veramente eccellenti. I docenti si sono impegnati per
rendere le discussioni vivaci e utili per lo sviluppo delle ricerche oggetto
delle tesi. A differenza del I° Seminario verso il quale vi erano state
diverse critiche, tutti i dottorandi hanno dato un giudizio positivo di
questa riunione e hanno ritenuto utili sia il confronto con i docenti e
i colleghi e sia i suggerimenti ricevuti. Il successo ottenuto, merito
anche della perfetta organizzazione curata dal Prof. Giampietro Sgaragli
e dalla signora Maria Luisa Valacchi, segretaria dell'Istituto di Farmacologia
e Farmacognosia di Siena, ai quali la SIF è molto grata, ha convinto
il Consiglio Direttivo a programmare il III° Seminario per il 20-22
Settembre 1999. Tuttavia per fare in modo che il Seminario sia veramente
utile e diventi un'istituzione della Società, è necessario
un maggior impegno da parte di tutti i docenti, soprattutto da parte dei
coordinatori dei dottorati. Da alcune sedi sono venuti diversi dottorandi
e nessun docente. Il costo del soggiorno è contenuto, l'atmosfera
nella Certosa è molto piacevole, attorno vi è una splendida
campagna senese con le torri della città che si stagliano contro
il cielo a pochi chilometri e l'entusiasmo e l'impegno culturale dei giovani
si meritano l'attenzione dei loro docenti. C'è sempre qualche cosa
da imparare, come è successo a me guardando i poster di biologia
molecolare.
Ma a proposito di biologia molecolare, della cui importanza siamo per
altro tutti pienamente convinti, volevo segnalare quanto dettomi dal responsabile
della ricerca sul SNC della Bayer in Germania, incontrato a un recente
congresso: ogni settimana ricevo decine richieste di lavoro da parte di
giovani biologi molecolari, ma quelli che mi mancano adesso sono i giovani
farmacologi che sappiano lavorare in vivo. D'altra parte chimica combinatoriale
e High Throughput Screening permettono di esaminare un numero elevatissimo
di molecole in pochi mesi, ma quando agonisti o antagonisti attivi a concentrazioni
anche subnanomolari a livello dei recettori clonati ed espressi in cellule
in cultura sono stati identificati, bisogna pur vedere cosa fanno in un
sistema biologico integrato quale è l'animale, prima di verificare
l'attività terapeutica nell'uomo.
L'autunno ha visto le chiamate da parte delle Università che
li hanno scelti (o che li devono accogliere), dei soci vincitori del Concorso
per Associati. Di loro si parla in altra parte della Lettera, ma come Presidente
desidero far loro gli auguri di buon lavoro didattico e scientifico nella
loro nuova posizione. L'autunno ci ha anche portato un nuovo Ministro dell'Università
e Ricerca dal nome floreale. Ci auguriamo che, con lo slancio del neofita,
riesca ad ottenere dalla Finanziaria qualche miliardo in più per
la nostra asfittica ricerca e che la via dell'autonomia universitaria tracciata
dal ministro Berlinguer sia mantenuta.
Infine, quando questa lettera vi arriverà saremo già
alle porte dell'inverno e sarà tempo di farvi gli auguri delle feste.
Ma lo faremo per e-mail dato che ormai abbiamo in rete gli indirizzi di
quasi tutti i soci.
Cordiali saluti
Giancarlo Pepeu
In
Italia ci sono gruppi di ricerca che ottengono risultati di alta qualità.
Talvolta, questi sono riconosciuti più a livello internazionale
che nazionale: con questa rubrica vogliamo portare all’attenzione alcuni
esempi, prendendo spunto da pubblicazioni recenti.
Si
prega, pertanto, di segnalare alla segreteria della SIF i lavori accettati
per pubblicazione da riviste di elevato “impact factor”.
“Dall’Università”
Grohmann U., Belladonna M.L., Bianchi R., Orabona C., Ayroldi E., Fioretti
M. C., Puccetti P.
IL-12 acts directly on DC to promote nuclear localization of NF-kB
and primes DC for IL-12 production.
Immunity 9: 315-323, 1998.
Ne parliamo con la Prof.ssa Ursula Grohmann e con il Prof. Paolo Puccetti
della Sezione di Farmacologia, Dipartimento di Medicina Sperimentale e
Scienze Biochimiche, Università di Perugia.
Potete esporre brevemente i vostri risultati?
Nell'ambito della famiglia di ormoni proteici del sistema immunitario
noti come citochine, interleuchina 12 (IL-12) suscita un grande interesse
per la sua capacità di agire da iniziatore di risposte immunitarie
verso generici antigeni.
Nel presente studio, abbiamo identificato un nuovo bersaglio cellulare
per le azioni di IL-12, e cioè le cellule dendritiche (DC), abbiamo
descritto una nuova isoforma del recettore per IL-12, e identificato nuovi
meccanismi trasduzionali conseguenti al legame della citochina sulle cellule
bersaglio del sistema immunitario.
Quando è iniziato questo progetto e quali ostacoli avete
incontrato?
Il nostro gruppo si occupa, da anni, della possibilità di allestire
vaccini antitumorali che agiscano non diversamente dai vaccini tradizionali
nell'ambito della profilassi delle malattie infettive. La nostra attenzione
si è rivolta alla recente disponibilità di forme potenzialmente
nuove di immunogeni ed adiuvanti. Abbiamo iniziato ad utilizzare peptidi
sintetici corrispondenti ad antigeni tumorali del topo ed abbiamo così
trovato che tali peptidi hanno una buona capacità immunizzante quando
presentati al sistema immunitario in condizioni "ottimali". Tali condizioni
includono l'uso delle DC quale sistema cellulare presentante l'antigene
ed IL-12 quale adiuvante. Queste informazioni ci hanno indotto ad esplorare
in dettaglio tutte le possibili interazioni in questa triade "fortunata".
L'effetto diretto di IL-12 sulle DC è il risultato oggetto di questo
studio. Gli ostacoli tecnici che si sono presentati nell'esecuzione del
lavoro sono soprattutto riferibili alla difficoltà di isolare dall'animale
un numero di DC utile ai fini della sperimentazione. Inoltre, il basso
numero di siti recettoriali per IL-12 sulle DC ha reso difficoltosi gli
studi di binding.
Quali sono gli aspetti innovativi di questo studio?
Sebbene sia noto da tempo come le DC siano le principali cellule accessorie
coinvolte nella genesi di risposte immunitarie e, parimenti, come IL-12
sia una citochina chiave con funzione di "adiuvante naturale", le nostre
precedenti conoscenze prevedevano che le DC fossero i principali produttori
in vivo di IL-12. Questo studio sottolinea un aspetto forse altrettanto
importante della relazione tra DC e IL-12, e cioe' che la citochina possa,
in modo autocrino, regolare l'attività delle DC stesse. Inoltre,
come sopra accennato, il lavoro prospetta l'esistenza di varie isoforme
naturali di recettore per IL-12 espresse su diversi tipi cellulari. Infine,
altrettanto nuovo e' il dimostrato coinvolgimento del fattore trascrizionale
noto come NF-kB nel signaling della citochina.
Accanto all'aspetto di pura ricerca ritenete che ci siano anche
risvolti applicativi?
L'idea originale di Rosenberg, largamente ripresa dalla stampa, di
utilizzare i cosiddetti linfociti LAK come forma di immunoterapia antitumorale
si e' progressivamente smorzata in una serie di protocolli piu' o meno
modificati. Le nostre opinioni su queste terapie sono riassumibili nell'affermazione
che, solo un'effettiva forma di vaccinazione specifica puo' dare speranze
di un'efficace immunoterapia dei tumori. L'uso di peptidi sintetici corrispondenti
a specifici antigeni tumorali umani e di adiuvanti ottimali è senz'altro
una tappa obbligata nel verificare questa ipotesi.
L'alto "impact factor" (20) della rivista che ha pubblicato l'articolo
autorizza l'affermazione che si può fare della buona ricerca anche
in Italia?
La risposta è certamente sì, ma è altresì
chiaro come alcune carenze intrinseche del sistema debbano essere compensate
da un'extra-dose di altre componenti ai fini del successo. Senza dubbio
di primaria importanza sono l'entusiasmo e la qualificazione dei singoli
ricercatori e l'armonica integrazione tra le competenze ed i ruoli svolti
dal singolo nel gruppo di ricerca.
“Dall’Industria”
Ricerche
in Oncologia alla Pharmacia & Upjohn (P&U)
A Nerviano, pochi chilometri da Milano, sorge uno dei centri di ricerca
per l'oncologia tra i più importanti a livello mondiale. E' un campus
moderno, dotato delle più avanzate infrastrutture, apparecchiature
e tecnologie; un centro di eccellenza dove si continua il ruolo pionieristico
iniziato oltre trent'anni fa con la scoperta delle antracicline in Farmitalia.
Ne parliamo con il Prof. Terje Kalland, Vice President, responsabile
del Centro Ricerche. Kalland, norvegese, MD e PhD conseguiti all'Università
di Bergen ha iniziato il suo percorso in Pharmacia nel 1988, dopo una carriera
in Università.
Una breve descrizione delle ricerche alla P&U
Dopo la fusione, P&U, ha avviato a livello mondiale un processo
di riorganizzazione. Questo ha interessato anche l'area della Ricerca &
Sviluppo (R&S) con una concentrazione delle attività in quattro
aree terapeutiche: oncologia, disturbi del metabolismo, sistema nervoso
centrale e malattie infettive. Queste ultime due sono localizzate negli
Stati Uniti, l'area del metabolismo è stata riconfermata in Svezia,
mentre l'oncologia è concentrata in Italia. Ci sono stati interventi
su alcuni dei settori di ricerca di Nerviano: le attività del sistema
nervoso centrale sono state trasferite negli Stati Uniti, mentre quelle
relative all'area Inflammation sono state soppresse. Abbiamo poi riunificato
tutte le competenze di ricerca in oncologia, con la chiusura delle altre
unità del Gruppo negli Stati Uniti (a Kalamazoo, nel Michigan) ed
a Lund (Svezia). Il Centro, che si configura come uno dei maggiori d'Europa,
ospita anche altri servizi di ricerca pre-clinica quali tossicologia, farmacocinetica,
metabolismo e sviluppo farmaceutico.
Sul piano nazionale, come vi ponete per quanto riguarda gli investimenti
in R&S?
Possiamo affermare di essere l'azienda che investe la maggior cifra
in assoluto per attività di R&S nell'ambito dell'industria farmaceutica
in Italia. Per esempio, nel 1997 P&U ha investito complessivamente
circa 2.100 miliardi di lire, pari a circa il 18,5% del fatturato. Un dato
che posiziona il gruppo fra le prime 10 società farmaceutiche mondiali
per investimenti in questo settore. Per quanto riguarda l'Italia, gli investimenti
nel corso del 1997 sono stati superiori ai 260 miliardi di lire.
Quali le prospettive di sviluppo del Centro Ricerche di Nerviano?
In ricerca stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione culturale
ed operativa, trainata dall'esplosione delle conoscenze scientifiche sulle
cause e sull'evoluzione delle malattie, dalla disponibilità di tecnologie
ed apparecchiature sempre più sofisticate ed efficienti e dal progressivo,
sistematico utilizzo dei sistemi informatici. Tutto questo ha imposto -
prosegue Kalland - radicali cambiamenti nel modo di lavorare e, quindi,
di fare ricerca, obbligandoci a raggiungere un'alta competitività
ed efficienza in un settore nel quale è possibile avere solo un
ruolo da protagonisti. Le prospettive del Centro Ricerche di Nerviano,
quindi, si baseranno su alcuni motori di spinta principali: la genomica
e le discipline ad esse collegate, la chimica computazionale, la chimica
combinatoriale e lo screening automatizzato ad alto volume (High Throughput
Screening). Il nostro futuro comporterà scelte rigorose e selettive:
stiamo concentrandoci solo sui progetti ad alta potenzialità di
successo e dotandoci della necessaria massa critica di risorse.
Tutto questo ha comportato anche una riallocazione sul piano degli
investimenti?
Certamente. Nel 1995, l'attività relativa alla scoperta dei
prodotti citotossici pesava per il 70 per cento e quella relativa alla
scoperta dei cosiddetti novel target arrivava al 30 per cento. Oggi, il
rapporto si è più che invertito, essendo l'attività
relativa all'identificazione e allo sviluppo di novel target pari all'80
per cento del totale delle risorse impiegate.
Per quale motivo la ricerca oncologica è stata concentrata
in Italia?
E' noto che gran parte del patrimonio di conoscenze nel campo oncologico
è stata portata in dote dalla Farmitalia Carlo Erba, un nome noto
e prestigioso dell'industria farmaceutica italiana; un patrimonio umano
e scientifico prevalentemente italiano, integrato negli anni con altri
apporti di diverse nazionalità. Certamente, in questi ultimi anni
si sono affacciate nuove esigenze legate ai nuovi campi di indagine, e
tutto questo sta imponendo la ricerca di nuove, specifiche professionalità
con expertise peculiari.
In base a quali criteri procedete all'assunzione di nuovo personale
dando priorità a quali caratteristiche chiave?
Il Centro di Nerviano si deve sempre più caratterizzare per
l'elevato grado di competitività. Deriva da questo l'imperativo
categorico di identificare professionalita' di altissimo profilo, fortemente
specializzate e, comunque, tipiche del settore oncologico ove la multidisciplinarietà
delle attività di ricerca deve essere accompagnata da approfondite
conoscenze anche in campi più squisitamente "mirati". Di recente,
ad esempio, è stata avviata un'importante campagna di selezione
di nuove figure professionali utilizzando inserzioni su prestigiose riviste
scientifiche. In tale occasione, abbiamo potuto rilevare un notevole grado
di interesse anche nell'ambito della comunità scientifica internazionale,
da parte di numerosi ricercatori di alto livello, in assoluta controtendenza
con il tristemente noto fenomeno della fuga dei cervelli che continua a
gravare sul patrimonio scientifico di questo Paese.
Quale ruolo ritiene possa avere la collaborazione con altri organismi
di ricerca pubblici e privati?
La collaborazione con istituzioni ed organismi esterni a P&U si
è dilatata enormemente negli ultimi quattro anni. Questa è
stata una conseguenza imposta dall'esplosione delle conoscenze scientifiche
e delle tecnologie necessarie per il loro sfruttamento. Occorre, infatti,
operare in un sistema globale aperto a collaborazioni, con entità
imprenditoriali ed accademiche dalle più diverse dimensioni, capaci
di generare innovazione scientifica e di sviluppare/applicare particolari
tecnologie in cui eccellono su scala mondiale. Numerosi sono in questo
senso i rapporti di collaborazione già in corso con diverse istituzioni:
dal Karolinska Institute di Stoccolma per la ricerca sul genoma, all'Incyte
per il Genomic Database, alla Odense University per i Proteomics, alla
Geron Corporation per il Progetto Telomerasi, ed altri ancora in fase di
definizione. In Italia, i nostri rapporti sono da tempo intensi con l'Istituto
Nazionale dei Tumori, mentre nuovi programmi di collaborazione inizieranno,
con ogni probabilità nei prossimi mesi, con l'Istituto Europeo per
l'Oncologia.
Vede problemi circa il futuro del Centro Ricerche di Nerviano?
Si tratta di problemi non legati all'impegno dell'azienda e dei ricercatori,
o alla loro determinazione a dare il meglio di se stessi. In genere e'
l'environment esterno che garantisce certezze sui fattori di crescita.
La scarsa sensibilità di molte delle Istituzioni Pubbliche e, talvolta,
la concreta dimostrazione di voler ignorare che la ricerca è un
investimento a lungo termine, fanno si che il prossimo futuro si prospetti
incerto.
Si tratta di questioni di carattere politico, che non sempre trovano
menti preparate per le adeguate soluzioni. Una ricerca qualificata, svolta
con grande impegno di risorse umane ed economiche, chiara nei suoi piani
e nei suoi obiettivi, ben meriterebbe provvedimenti di defiscalizzazione
e di incentivazione, peraltro già ripetutamente concessi ad altri
settori produttivi.
Risultato Concorso per Prof. Associato
Sono stati approvati gli atti della Commissione giudicatrice del concorso
a posti di professore universitario di ruolo di II fascia, settore scientifico-disciplinare
EO7X (Farmacologia).
Sono stati dichiarati vincitori, in ordine alfabetico, i seguenti candidati:
Abbracchio Mariapia, Berrino Liberato, Brunelleschi Sandra, Carratù
Maria Rosaria, Cimino Mauro, Cirino Giuseppe, Clementi Emilio, Corsini
Alberto, Costa Lucio Guido, Dall'Olio Sancisi Rossella, Danesi Romano,
De Montis Maria Graziella, De Ponti Fabrizio, Eva Carola, Florio Tullio,
Geppetti Pier Angelo, Giorgi Osvaldo, Grohmann Ursula, Guarini Salvatore,
Hrelia Sarti Patrizia, Maggio Roberto, Marchetti Bianca Maria, Marinovich
Marina, Mascolo Nicola Domenico, Migliorati Santucci Graziella, Minotti
Giorgio, Mollace Vincenzo, Monti Cozzi Elena, Orsetti Marco, Patrignani
Paola, Pini Luigi Alberto, Saija Antonina, Sautebin Lidia, Spina Edoardo,
Steardo Luca, Taglialatela Maurizio, Valtorta Levrio Flavia, Villa Roberto
Federico, Ziche Marina.
Il Presidente della SIF e i componenti del Consiglio Direttivo si complimentano
con i nuovi professori per il brillante risultato e augurano a tutti un
buon lavoro e il raggiungimento di nuovi traguardi scientifici.
Cofinanziamento MURST
E' disponibile l'elenco dei gruppi di ricerca che hanno ricevuto il
finanziamento del MURST per progetti di rilevante interesse nazionale (vedi
sito internet www.murst.it).
Costituzione del Comitato della Sezione di Farmacologia Clinica della
SIF.
Coordinatore: Achille Caputi.
Consiglieri: Domenico Criscuolo, Mario Eandi, Nicola Montanaro, Alessandro
Mugelli, Carlo Patrono.
Segretario : Luigi Alberto Pini.
Nuovi Orizzonti per la Farmacologia Clinica in Italia
Tutti i farmacologi clinici Italiani, e, più in generale, tutti
coloro che si occupano di Ricerca Clinica, ricorderanno con passione il
18 marzo 1998: si tratta, per certi versi, di una data storica, che segna
una svolta "epocale" avvenuta nel nostro Paese. A quella data fanno riferimento
infatti tre decreti del Ministero della Sanità, che di fatto hanno
di nuovo aperto orizzonti di speranza per la Ricerca Clinica nel nostro
Paese.
Come tutti sappiamo, l'accesso alla Sperimentazione Clinica in Italia
è stato sempre molto complesso; dal 1975 in poi, leggi, leggine,
decreti e una non meglio precisata "prassi" avevano severamente penalizzato
la possibilità di fare Ricerca Clinica, e di fatto tutti i più
importanti studi internazionali non vedevano mai la collaborazione dei
ricercatori Italiani.
Questa situazione ha causato danni non solo economici, ma anche e soprattutto
culturali, perchè fare ricerca secondo i rigorosi standard qualitativi
delle norme di Buona Pratica Clinica significa esservi abituati culturalmente,
con un continuo processo di affinamento del rigore metodologico e procedurale
che consegue alla continua partecipazione agli studi internazionali.
I ritardi nell'ottenimento delle autorizzazioni del Ministero della
Sanità, che in passato era contenuto in alcuni mesi, negli ultimi
tre anni aveva raggiunto livelli inaccettabili. Nel marzo 1998, erano giacenti
presso l'Ufficio Sperimentazioni Cliniche del Ministero della Sanità
oltre 1200 richieste di autorizzazione! Un mio calcolo personale indica
in circa 900 per anno gli studi clinici persi dal nostro Paese, negli ultimi
tre anni con una perdita di oltre 4000 posizioni professionali, ed un danno
di oltre 450 miliardi l'anno in mancati contratti con le strutture Universitarie
ed Ospedaliere.
Ma tutto questo per fortuna ora è solo un brutto ricordo! Dal
18 marzo 1998, il Ministero della Sanità, finalmente consapevole
della sua impotenza, passa la mano, e conferisce delega alle strutture
periferiche, cioè ai Comitati Etici Istituzionali, non solo per
il compito già svolto di valutare il protocollo di ricerca, ma anche
per la valutazione delle caratteristiche della molecola in studio al fine
di esprimere il "giudizio di notorietaà".
Siamo salvi, dunque? In parte sì, ma non del tutto! Siamo salvi
per gli studi di Fase II e III, perche' in questi casi si può ricorrere
al giudizio di notorietà, e la mia esperienza personale è
molto favorevole: molti Comitati di Etica hanno ben compreso l'importanza
del compito loro assegnato, e lo stanno applicando con rigore etico e scientifico,
ma soprattutto con un assoluto rispetto dei tempi indicati dal decreto
(la risposta deve essere fornita entro 60 giorni). Ci sono ancora strutture
che non si comportano secondo le aspettative, ma a me personalmente ciò
non preoccupa molto, poichè ritengo che avverraà una sorta
di "selezione naturale": i centri che non si doteranno di un Comitato Etico
efficace ed efficiente, verranno tagliati fuori.
Resta invece ancora da risolvere il grave problema degli studi di Fase
I, che poi sappiamo essere la vera culla della Farmacologia Clinica: siamo
ancora legati dai cavilli del tanto vituperato comma l (da qualche anno
ha cambiato nome, si chiama comma c, ma il succo resta lo stesso). Il problema
del "comma c" non è nei tempi, che ultimamente sono più contenuti,
ma nel tipo di autorizzazione rilasciata dall'Istituto Superiore di Sanità:
chi ha avuto l'occasione di seguire questa procedura, conosce la frustrazione
di aver poi ricevuto un'autorizzazione monca, tagliata cioè nelle
dosi e nel numero dei soggetti, al punto da rendere quasi non eticamente
accettabile fare poi lo studio concesso, perchè avrebbe significato
esporre soggetti ad uno studio inutile.
Anche qui però vi posso anticipare qualche spiraglio di speranza:
ho partecipato ad un gruppo di lavoro che ha messo a punto una nuova versione
del decreto per gli studi di Fase I: le novita' piu' importanti riguardano
sia la definizione dei tempi di risposta, ma soprattutto l'approvazione
non di un singolo studio, ma di un programma di Fase I, allargabile a più
studi sulla base dei risultati preliminari.
Cosa commentare, dunque? Si potrebbe recriminare che non era necessario
aspettare tanti anni per introdurre modifiche auspicate da tutti, ma a
chi giova? Siamo pratici! Accettiamo con entusiasmo i risultati conseguiti,
e mettiamoci tutti al lavoro, perchè il mondo della Farmacologia
Clinica ormai non conosce confini, e dobbiamo rapidamente colmare quel
vuoto culturale e manageriale che deriva dall'aver partecipato solo marginalmente
come autori, e troppo spesso come spettatori, a questa comunità
scientifica negli ultimi venti anni.
Domenico Criscuolo
Segnaliamo
brevi notizie e modalità per il finanziamento della ricerca.
Per
saperne di più:
Tecnofarmaci
- Via del Mare 87, 00040 Pomezia
Programma Nazionale di Ricerca e Formazione Tecnologie in Oncologia
Il 22 ottobre u.s. è scaduto il termine per la presentazione
delle offerte relative ai 16 temi del PNR in oggetto. Risultano pervenute
numerose offerte che dovranno essere giudicate e assegnate dal MURST entro
90 giorni. Si prevede quindi la partenza delle attività di ricerca
entro la metà del prossimo anno. Il finanziamento complessivo è
di 80 miliardi.
(Per ulteriori informazioni, contattare la segreteria organizzativa
della SIF - Via Giorgio Jan, 18 - Milano)
• I soci aspiranti alla carica di Presidente o a far parte del prossimo
Consiglio Direttivo dovranno darne comunicazione non meno di 90 giorni
prima della prossima assemblea (22 giugno 1999) al Presidente del Comitato
di Nomina. I nominativi vanno sostenuti con le firme di almeno 25 soci
che forniscano anche una breve presentazione. Nel caso non si raggiunga
per la carica di Presidente e per i Consiglieri il numero di rispettivamente
di 2 e 16, il Comitato di Nomina integrerà le candidature.
• La SIF bandisce il concorso per un premio di Lire 10.000.000 (dieci
milioni) in memoria del Prof. Giorgio Segre, per un lavoro sperimentale,
avente come oggetto la Farmacologia Clinica (Ulteriori informazioni disponibili
su "SIF Notizie" o presso la Segreteria SIF).
• La SSFA (Società di Scienze Farmacologiche Applicate) bandisce
il concorso per un premio di Lire 10.000.000 (dieci milioni) in memoria
del Prof. Ferruccio B. Nicolis per un lavoro sperimentale avente per oggetto
la Farmacologia Clinica eseguito da un ricercatore italiano di età
inferiore ad anni 40. La scadenza per le domande è il 31 dicembre
1998 (SSFA - Via Giorgio Jan, 18 - 20129 Milano - Tel. 02-29513303 - Fax
02-29520179).
• Premio PHARMACOLOGICAL RESEARCH Maurizio Soma: SIF bandisce 3 premi
di Lire 1.000.000 (un milione) ciascuno per i migliori lavori pubblicati
su Pharmacological Research nel 1998 da soci SIF di età inferiore
ai 35 anni. I termini scadono il 31 dicembre 1998.
• Borse di ricerca: per laureati da non piu' di 6 anni, non strutturati,
che vogliano soggiornare presso laboratori stranieri, per brevi periodi.
Le richieste possono essere ripetute, purchè sia intercorso un periodo
di 2 anni. Le domande vanno inviate al Segretario della SIF, entro il 30
giugno e il 31 dicembre di ciascun anno.
• Rimborsi viaggio e/o soggiorno per la partecipazione ai due congressi
SIF del 1999 aperto a soci con meno di 35 anni, autori di un abstract accettato
dal Comitato Scientifico: rimborsi di L. 500.000 per il XXIX Congresso
Nazionale SIF; L. 700.000 per il Joint Meeting of the French and Italian
Pharmacological Societies.
• Nell'ambito del Programma Socrates è stato approvato l'European
Diploma of Pharmaceutical Medicine (EUDIPHARM). L'Università Claude
Bernard di Lione è il centro di coordinamento e quello di Verona
uno dei partner. Per informazioni, rivolgersi al Prof. Giampaolo Velo (Tel.:
045-500408/8074899 - Fax: 045-581111).
-
Il Presidente della SIF ha diffuso un comunicato stampa sul Doping sottolineando
la preoccupazione per la superficialità con la quale il problema
è affrontato dalle organizzazioni sportive, dalla stampa e, sembra,
anche dalla magistratura. Ben pochi sono stati i farmacologi chiamati a
dare il loro contributo culturale nelle sedi dove il problema del doping
è dibattuto. La SIF teme che il clamore creato dall'improprio uso
dei farmaci nello sport produca allarme anche nei pazienti che gli stessi
farmaci usano a scopi terapeutico e renda più confuso l'atteggiamento
dei consumatori verso i farmaci.
TIMIDA CRESCITA DEI FINANZIAMENTI PER LA RICERCA: QUALCOSA SI MUOVE?
Sia pur con tutta la cautela del caso, al momento in cui scrivo, sembra
che la finanziaria del 1999 contenga alcuni elementi di innovazione per
quanto riguarda la ricerca universitaria ed i ricercatori. I punti che
mi preme segnalare sono:
- finanziamenti all'università: 256 miliardi (147 nel 97 e 216
nel 98), 9.000 miliardi nel triennio 99-01 per lo sviluppo del sistema
ricerca e riordino enti ricerca, 150 miliardi per il fondo integrativo
per la ricerca, costituito per la prima volta presso il Ministero del Tesoro;
- assegni di ricerca, borse di studio: 200 miliardi. Inoltre, verrà
attivato un piano straordinario per 10.000 borse di studio per giovani
studiosi, italiani e stranieri. Verrà istituita una Fondazione per
la Scienza presso il MURST con lo scopo di gestire le nuove borse di ricerca;
- agevolazioni, tramite sgravi fiscali, per le imprese che assumeranno
giovani ricercatori;
- dottorati di ricerca: 19.9 milioni/anno (16 nel 98, 20.4 nel 2001).
Inoltre, a parte, verrà versato il contributo INPS. A questo si
aggiunge la rivalutazione del ruolo dei dottori di ricerca anche al di
fuori dell'università, e lo snellimento delle procedure per l'accesso
al percorso del dottorato presso le singole università; é
ancora un cambiamento troppo limitato rispetto a quanto sarebbe necessario
per portare veramente la nostra ricerca in Europa. Però se ne può
apprezzare almeno il trend sperando che cambiamenti più incisivi
siano all'orizzonte.
Francesco Rossi
1999
•
15-17 Marzo, Nantes (Francia):
Joint Meeting of the Italian
and French Pharmacological Societies.
La scadenza per la presentazione degli abstract è il 15 dicembre
1998.
Per informazioni:
Prof. Paul Lechat, Hopital Pitie-Salpetriere, Division Saint Vincent
de Paul, 47 Bd de l'Hopital, 75013 Paris, France.
Tel.: +33-1-42161682 - Fax: +33-1-42161688
E-mail:
philippe.lechat@psl.ap-hop-paris.fr
•
12-15 Maggio, Ferrara: 9th European Neuropeptide
Club Meeting Neuropeptide Research toward the Next Millenium
Per informazioni:
Prof. P. Geppetti, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale,
Sezione di Farmacologia, Università di Ferrara, Via Fossato di Mortara,
19 - 44100 Ferrara.
Tel.: 0532-291226 - Fax: 0532-291205
E-mail:
enc1999@ifeuniv.unife.it
•
20-23 Giugno, Firenze: XXIX Congresso Nazionale
della SIF.
La scadenza per la presentazione degli abstract è il 1 dicembre
1998.
Per informazioni:
Prof. G. Pepeu, Dip. Farmacologia Preclinica e Clinica, Università
di Firenze, Viale Pieraccini, 6 - 50139 Firenze.
Tel.: 055-4271274 - Fax: 055-4271280
E-mail:
pepeu@server1.pharm.unifi.it
•
3-7-Luglio, Budapest: EPHAR, 2nd European
Congress of Pharmacology.
Per informazioni:
Montesz Congress Bureau, P.O. Box 145, Budapest H-1445, Hungary.
Tel: +36-1-312-3807 - Fax: +36-1-183-7918
E-mail:
ephar99@koki.hu
•
29 agosto-2 settembre, Bologna: Using Animals
for Research in the Life Sciences.
Per informazioni:
European Commission, Joint Research Centre, Institute for Health and
Consumer Protection, Third World Congress ECVAM, 21020 Ispra, Varese.
Tel: 0332-786256 - Fax: 0332-786297
E-mail:
3wc.bologna@jrc.it
http://www.frame-uk.demon.co.uk/congress/index.htm
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20-22 settembre, Certosa di Pontignano (Siena): Scuola
per dottorandi in Farmacologia e discipline affini.
Per informazioni:
Maria Luisa Valacchi, Ist. di Farmacologia, Università di Siena.
Tel.: 0577-221255 - Fax 0577-281928
SIF - Società Italiana
di Farmacologia
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Giancarlo Pepeu
Consiglieri: Giorgio Cantelli Forti, Anna De Pasquale, Francesco
Di Carlo, Ennio Ongini, Francesco Rossi, Cesare Sirtori, Giulio Soldani
Segretario: Vincenzo Cuomo
Past President: Paolo Preziosi
Sede del
Segretario:
Dip. Farmacologia e Fisiologia Umana - Sezione di Farmacologia
P.le Giulio Cesare-Policlinico - 70124 Bari
Tel: (080) 5778448/39 - Fax: (080) 5478444
E-mail: cuomo@cimedoc.uniba.it
Segreteria Organizzativa:
Viale Abruzzi 32, 20131 Milano
Tel: (02) 29520311/29513303 - Fax: (02) 29520179
E-mail: sifcese@comm2000.it
Comitato di redazione: Vincenzo Cuomo, Ennio Ongini, Giancarlo
Pepeu
Direttore responsabile: Ennio Ongini